Chi ha detto che per raggiungere buoni risultati nel superdettaglio di un veicolo militare è necessario ricorrere abbondantemente ai costosi set di aftermarket!

Non è sempre così o almeno è vero solo in parte e attraverso questo articolo cercherò di dimostrare che è possibile, con un po’ di inventiva e abilità manuale (quella che ogni modellista dovrebbe coltivare come opportunità preziosa di divertimento e crescita personale), superdettagliare un modellino in grado di dare le stesse soddisfazioni, o forse anche di più, di uno dettagliato ricorrendo alle fotoincisioni in commercio.

Analisi del kit e strategia di azione

 

 

Ho scelto un modello Italeri, il n. 6442 – Autoblindo italiano AB 41 in scala 1/35, ma le lavorazioni qui eseguite potrebbero essere applicate a qualunque mezzo o modello si voglia realizzare.

La prima cosa da fare, sempre, è procurarsi quanta più documentazione storica e fotografica sia possibile, sfruttando internet, amici modellisti e pubblicazioni; è un passo essenziale e l’operazione di superdettaglio sarà tanto più facile quanto più chiari saranno i riferimenti fotografici che documentano i dettagli da riprodurre.

Le uniche concessioni a kit di superdettaglio presenti in commercio sono state l’indispensabile acquisto della torretta in resina della Royal Model, come vedremo ancora migliorabile, e le ruote del tipo “Libia”.

Ho deciso infatti di procedere alla sostituzione e alla ricostruzione di tutte quelle parti poco convincenti o del tutto assenti nel kit per realizzare la particolare versione di fine produzione di questo veicolo blindato che avevo in mente di riprodurre.

Materiali e tecniche di superdettaglio

Sorvolerò sulle operazioni passo passo di assemblaggio e mi concentrerò sulla descrizione dei materiali e delle tecniche impiegate per il miglioramento del kit realizzando dettagli assenti o sostituendo quelli imprecisi o sovradimensionati.

Rilavorare le parti del kit

E’ quello che faccio abitualmente durante le consuete fasi di assemblaggio: ridurre gli spessori delle parti in plastica che riproducono lamiere e lastre corazzate è fondamentale per conferire al modello molto del realismo finale; a questo scopo uso il cutter, lime di vario genere (da quelle per la manicure a quelle di diversa sezione e dimensione per modellismo), carta vetrata di diverse grane consultando costantemente la documentazione preventivamente raccolta.

Il supporto a Y dell’antenna del nostro AB41 è un caso emblematico: per assottigliarlo e rimodellarlo con maggiore facilità ho deciso di rimuoverlo dalla sua sede e con l’uso di lime ho asportato la plastica in eccesso conferendo anche l’effetto di torsione assente nel pezzo originale. Inutile dire che durante queste operazioni è necessario sempre avere a portata di mano gli indispensabili riscontri documentali. Un piccolo segreto: ho scaricato da internet le istruzioni che alcune case produttrici di fotoincisioni mettono a disposizione dei propri clienti ed ho utilizzato queste come linee guida e supporto alla documentazione.

Anche gli sportelli di copertura dei fanali anteriori possono facilmente essere migliorati carteggiandoli da entrambe i lati per ridurne gli spessori. Stesso dicasi per i portelli a protezione delle feritoie dei posti di guida.

Assottigliare i coprifanali

Operazione più complessa è invece ridurre lo spessore delle portiere laterali. Su di esse si può operare sicuramente dall’interno ma, per via di alcuni vistosi ritiri sulle superfici esterne, ho dovuto rimuovere i sei rivetti in corrispondenza della feritoia per le armi leggere, carteggiare con attenzione fino a pareggiare la superficie e ricollocare i rivetti nella loro corretta posizione.

Dettagliare senza fotoincisioni: rilavorare le parti del kit

E’ necessario effettuare numerose prove a secco prima di incollare definitivamente le portiere per verificare la correttezza degli spessori e degli incastri.  La sezione superiore delle portiere è stata inoltre dotata dei supporti di scafo per le cerniere, ricavati da piccoli pezzi di plasticard.

Altro esempio di rimodellamento di parti del kit è dato dal cerchio di fissaggio della ruota di scorta che ho voluto riprodurre privo del pneumatico.

Realizzare il supporto della ruota di scorta

In questo caso con tronchesi, cutter e lime ho sgrossato uno dei cerchi delle ruote di scorta e l’ho dettagliato con le parti altrimenti invisibili per la presenza del pneumatico. Anche qui è necessario un costante riscontro con la documentazione fotografica.

Tipico esempio di rimodellamento di parti del kit è costituito dallo svuotamento ed assottigliamento della parabola dei fanali posteriori;

questi sono stati dotati di lampadina ricavata da una sezione arrotondata di plasticard. Questa lavorazione mi consente di introdurre una mia tecnica per riprodurre le parti trasparenti dei fanali utilizzando fogli di acetato trasparente che si trovano un po’ dovunque sotto diverse forme e spessori: scatole da imballaggio trasparenti, fogli per uso tipografico ecc..

In pratica, partendo dal pezzo pieno in plastica del kit realizzo una copia termoformata che poi ritaglio dal foglio di acetato e che lavoro fino a raggiungere la dimensione corretta.

Un po’ laboriosa ma di sicuro effetto per la buona riuscita di questi dettagli.

Infine le trombe del clacson. Scavate e assottigliate con l’aiuto di punte da minitrapano e dettagliate posteriormente con il corpo in diverse sottili sezioni di plasticard.

Quando lavoro le parti in plastica del kit spesso si perde la levigatura della superficie. Nel caso delle trombe per esempio ho ripassato delicatamente con la colla liquida per plastica la superficie interna per levigarla. E’ bene acquisire la padronanza di questa tecnica poiché è facile eccedere e rovinare definitivamente i fini dettagli delle superfici trattate.

Il plasticard

Presente in commercio in diverse forme, laminate in diversi spessori o estruse in diverse sezioni è una fonte inesauribile per il modellista che si accinge all’autocostruzione di parti del kit.

Io uso moltissimo anche l’albero di stampata del kit da cui taglio sezioni che rimodello a freddo o a caldo. Un chiarissimo esempio è la realizzazione del nuovo silenziatore del tubo di scappamento dalla caratteristica sezione a quadrifoglio.

Ebbene si tratta di quattro sezioni, della giusta lunghezza e diametro, di sprue incollati insieme con una sottile anima di plasticard tagliato in sezione quadrata. La nuova marmitta deve essere rimodellata in corrispondenza di una delle estremità con l’utilizzo di diverse lime fino a raccordarsi in un unico tubo ricavato modellando a caldo una sezione del corretto diametro di sprue stirato a caldo. Si rifinisce successivamente con linee di saldatura ricavate da un sottile filo di sprue stirato a caldo ed incollato con colla liquida per plastica. Tutto estremamente economico ma molto efficace.

Sul cofano del motore sono state riprodotte le sei chiavi di fissaggio e relativi tondini filettati che fermavano gli sportelli di ispezione: anche in questo caso sezioni di sprue stirato a caldo e piccole sezioni di tondino di plasticard forato, incollate insieme con la comune colla liquida per plastica, consentono di raggiungere lo scopo.

Tubicini, tondini e fili metallici o di plastica

La autocostruzione dell’antenna ci introduce invece all’uso di questi materiali di diverso diametro, forati e non: in questo caso ho sostituito l’asta con un tondino di plasticard.

La base dell’antenna non è altro che un cilindro ricavato da sprue dettagliato con piccoli particolari di plasticard. La parte terminale a stella è stata realizzata aperta partendo da una sottile sezione di tondino di plasticard al quale sono state fissate le antenne a raggiera esagonale ottenute combinando in modo telescopico delle sezioni di ago di siringa e filo di rame. Il tutto è stato fissato saldamente con cianoacrilato. Per maggiore stabilità durante l’incollaggio è possibile fissare le parti su del nastro di carta in modo da tenere ferme le parti in posizione corretta prima di fissare con alcune gocce di cianoacrilato. Può sembrare complicato ma è risultata un’operazione estremamente rapida e di grande effetto.

Altro intervento tipico sfruttando la finezza degli aghi da siringa riguarda l’armamento leggero in dotazione a difesa dei veicoli: in questo caso la mitragliatrice brandeggiabile posteriore Breda 38 da 8 mm ha ricevuto una nuova canna ricavata da una sezione di ago opportunamente scelto tra i vari formati.

Si rimuove alla radice quella del kit, si fora con una sottile punta di trapano il supporto e si infila la sezione di ago tagliata della giusta lunghezza verificando che sia perfettamente in asse. Prima di fissare in posizione definitiva la mitragliatrice sullo scafo ho forato la sfera di brandeggio in corrispondenza del dispositivo di puntamento utilizzando una sottile punta da minitrapano. Piccolo ma importante dettaglio spesso trascurato.

Anche la canna dell’armamento principale, una mitragliera Breda 35 da 20 mm è stata sostituita con un tubicino di rame dalle corrette dimensioni migliorando notevolmente il realismo della torretta.

Il filo di rame è un altro materiale preziosissimo e impiegato diffusamente nel superdettaglio di modellini: abbiamo appena visto il suo impiego per la realizzazione dell’antenna ma è validissimo per la sostituzione di maniglie, ganci, anelli, ecc.

Nel nostro caso hanno sostituito magnificamente i predellini sotto le portiere laterali del mezzo o sono stati realizzati i cavi di alimentazione di dispositivi quali fanali e cassa lanciafumogeni.

Lamierino sottile

Altro materiale indispensabile nelle mie lavorazioni di superdettaglio è il lamierino sottile, quello che si vende nei negozi di belle arti per i lavori a sbalzo.

Parti come i gocciolatoi sopra portelli e visori sono spesso fusi in un blocco unico con le piastre corazzate del kit. E’ necessario rimuoverli delicatamente e ripulire perfettamente la zona prima di rimpiazzarli con i nuovi. L’operazione è assai delicata perchè si rischia di rimuovere i circostanti dettagli. Con pazienza, cutter, lima e carta vetrata fine si rimuove il tutto e con del lamierino sottile si realizza un piccolo profilo a “L” che sagomerò con le estremità all’ingiù proprio come le parti rimosse.

Dettagliare senza fotoincisioni:realizzare i gocciolatoi

 

Questo nuovo profilo sarà incollato con il cianoacrilato nella opportuna sede facendo attenzione a non eccedere con la colla. Suggerisco tuttavia di valutare attentamente l’opportunità di effettuare tali interventi. Nel nostro caso infatti mi sono astenuto dal farlo in corrispondenza dei visori anteriore e posteriore; il pericolo di rovinare le superfici era troppo alto ed avrei sortito l’effetto opposto.

Il lamierino, tagliato in striscioline di vario spessore funge egregiamente nella sostituzione dei fermi per i carichi esterni come pala e piccone, tagliata in sagoma consente la realizzazione della stessa pala su cui è possibile imprimere a sbalzo i due chiodi di fissaggio al manico, realizzato in tondino di plasticard.

La combinazione di striscioline di plasticard e lamierino sono servite per esempio per realizzare i due rack per taniche ripiegati sui parafanghi anteriori.

Il lamierino può essere utilizzato per realizzare elementi più complessi. Progettando accuratamente il suo taglio e la successiva piegatura è possibile infatti realizzare casse e contenitori metallici per i carichi esterni.

Nel nostro caso è stata realizzata la cassa lancia fumogeni posteriore e il contenitore porta cariche di riserva collocato sul cofano motore, caratteristici della versione finale dell’AB 41.

Quest’ultimo in particolare è stato realizzando utilizzando una dima realizzata in sprue per dare la corretta curvatura alla lamiera. Il risultato è estremamente vicino a quello reale. Il semicilindro così ottenuto è stato dotato dei portellini di lamierino incernierati alle estremità e dotati di fermi, anch’essi in lamierino e filo di rame.

Anche la cassa lanciafumogeni posteriore è stata dotata di dettagli realizzati in lamierino, filo di rame e cerniere in plasticard.

Gli elementi in lamierino più complessi sono stati tuttavia i fermi ripiegati per le taniche di scorta, sparse intorno al veicolo secondo la configurazione tarda, caratteristica dei successivi AB 43.

La documentazione è fondamentale per capire il funzionamento dell’oggetto reale prima di realizzarlo in scala. In tal modo si individuano cerniere, snodi, curvature e dispositivi di stop.

Dopo aver applicato diffusamente le tecniche descritte ho finalmente terminato la fase di montaggio.

Il modello è pronto per ricevere la mimetica scelta, oggetto di un nuovo articolo sulla realizzazione di mimetiche complesse.

Buon modellismo a tutti!

Andrea Maselli