Che noi modellisti si sia costantemente alla ricerca di documentazione per giustificare le nostre scelte artistiche (perchè alla fine il prodotto delle nostre fatiche è comunque una interpretazione!) è ormai consolidato, e che, alla ricerca di soggetti sempre più originali, questa diventi cosa sempre più rara e difficile da reperire è una scontata conseguenza.
Questa ricerca, pur essendo fondamentale, non è però il fine del nostro lavoro; a noi basta una foto, un documento anche in copia che ci chiarisca un interrogativo tecnico, una circostanza storica o un rapporto dimensionale tra parti. C’è tuttavia chi della raccolta di materiale, oggetti, foto e documenti originali ne fa la propria passione e lo scopo della propria attività: i collezionisti.

Con certosina pazienza e felina tecnica di caccia frequentano mercatini, mostre mercato ed intessono relazioni fra di loro per carpire informazioni e avvicinare i pezzi cercati con tanta tenacia.
Beh, il risultato di tanta passione e decine d’anni di ricerche è ora sotto i miei occhi.

In modo rocambolesco sono infatti in visita ad una delle collezioni private relative a riproduzioni di velivoli che hanno fatto la storia dell’aviazione italiana fino al 1945 più accurate e prestigiose in Italia.
Il proprietario, un gentile e disponibile signore di mezza età, mi fa strada fino al locale che la ospita.

Con una certa emozione entro in un santuario dedicato all’aviazione italiana, alla Regia Aeronautica ma anche alla produzione industriale aeronautica prevalentemente degli anni ’30 e ’40 ma che finisce per coprire l’intera prima metà del ‘900.

Modelli di rappresentanza realizzati dalla fabbrica produttrice dei medesimi velivoli, reperti originali recuperati e restaurati, cimeli, fotografie, distintivi e divise, tutti originali, realtivi ai momenti salienti della storia della Regia Aeronautica e della produzione industriale aeronautica degli anni fino al 1945.
Io che, da tempo ormai immemorabile, ho abbandonato il modellismo aeronautico, mio primo amore, provo un brivido e un entusiasmo fanciullesco di fronte a documenti e testimonianze così preziose da un punto di vista storico e documentale. Respiro l’energia pionieristica che questi oggetti hanno assorbito da uomini geniali e coraggiosi che hanno fatto la storia dell’aviazione commerciale e militare italiana dei primi del ‘900, mossi esclusivamente dalla pura passione per ciò che stavano facendo.

Da modellista sono subito colpito dalle riproduzioni americane dei velivoli da combattimento italiani degli anni ’40 usate per il riconoscimento aereo e l’addestramento dai piloti e dai soldati alleati: fedeli riproduzioni dei caccia, degli idrovolanti e dei bombardieri in scala 1/72 che fanno invidia ai modellisti appassionati per la rarità di alcuni soggetti riprodotti.
Ed ancora, una panoramica ampia e dettagliata di capolavori di ingegneria aeronautica e maestria artigianale, usata tutta per catturarne forme, proporzioni e suggestione nonostante la scala ridotta: posso citare un bellissimo CANT-Z, un raro SM 73, un superbo biplano Ansaldo SVA della I Guerra magistralmente realizzato in legno, un Ambrosini 207, una serie di Breda in metallo, tra cui spicca un Breda 65 realizzato direttamente dalla casa aeronautica come gadget di rappresentanza, e Cant in metallo o legno verniciato tutti in perfette condizioni.
Non mancano diversi esemplari di Caproni e Fiat tutti finemente realizzati e perfettamente conservati.
Una bellissima serie di riproduzioni dei Macchi, velivoli spina dorsale della caccia italiana (MC200, MC202, MC205), il Reggiane 2001, e una serie di mitici Savoia Marchetti da trasporto e bombardamento tra cui una riproduzione del famoso Savoia Marchetti SM55X (Balbo) protagonista della trasvolata oceanica e diversi esemplari di SM 79 Sparviero con le varie livree mimetiche dell’epoca.

Ciò che colpisce la mia sensibilità di modellista (sempre assetato di documantazione) è una certa quantità di modelli per la galleria del vento di parti e componenti di velivoli che le industrie aeronautiche di quegli anni realizzavano per testare l’efficienza e la correttezza delle scelte progettuali effettuate. La maggior parte di quelle collezionate risultano provenienti dalla Caproni.
Non solo: alcuni disegni a china su carta vegetale provenienti anch’essi dalla Caproni raffiguranti una sezione longitudinale e trasversale della fusoliera di un Ghibli, estremamente interessante da un punto di vista modellistico.

Tra i reperti spiccano un volantino di un Caproni, alcune parti di un MC 202 precipitato in provincia di Parma durante la Seconda Guerra Mondiale, due mirini da mitragliatrice di difesa su bombardieri di cui uno, assai raro, con sistema di compensazione al moto.
Un paio di collimatori “San Giorgio” ancora funzionanti, di quelli montati sui caccia della Regia Aeronautica per intenderci, una cloche di un G-50 A e, udite modellisti udite, alcuni pezzi della Grande Guerra ed in particolare una deriva di un aereo austriaco sulla quale la caratteristica mimetica a losanghe appare dipinta sulla tela e non stampata come si è sempre ipotizzato ed un’altra proveniente da un velivolo italiano catturato e riutilizzato dagli austriaci, come è possibile ipotizzare per via della croce nera sovrapposta al tricolore.
Non c’è che dire, una collezione invidiabile, frutto di anni di ricerca, costanza e passione.

Durante la lunga chiacchierata mi vengono inoltre mostrati album fotografici zeppi di foto originali che vanno dalla Prima alla fine della Seconda Guerra Mondiale in cui mi colpiscono la foto con dedica di Francesco Baracca accanto al suo leggendario biplano e una fantastica foto in volo di una postazione dorsale di un SM79 in cui mi viene fatto notare sulla mitragliatrice il mirino con compensazione precedentemente incontrato durante la visita.
Prima di congedarmi dal padrone di casa un saluto ad un manichino che in un angolo indossa una completa divisa originale del 1940 di Aviere scelto, appartenuta ed indossata da un unico proprietario.

Vengo via con una rinata voglia di realizzare il modello di qualche esemplare osservato, certo di trovare tutto quanto possa servirmi per una fedele riproduzione. Ecco come il collezionista può venire in aiuto al modellista che in tal modo è in grado di raggiungere la fonte delle informazioni che gli servono per una riproduzione realmente fedele. “Grazie per la visita, è stata molto emozionante ed istruttiva. A presto!”.